Alcuni consigli per la stesura della tesi

Queste indicazioni sono pensate per i miei studenti: non è detto che siano condivise da tutti i miei colleghi.

Vorrei per prima cosa ricordare come la stesura dell'elaborato finale debba essere opera del candidato: funzione del relatore è di dare indicazioni e supporto, non di fare il lavoro. Inoltre, il lavoro del candidato deve essere originale: scopiazzature da opere anche se messe a disposizione su internet, da tesi di colleghi o da pubblicazioni e rapporti tecnici non chiaramente indicati configurano un reato di plagio.

La prima cosa da fare è di stendere, almeno approssimativamente, un indice, che aiuterà a sviluppare l'elaborato in modo completo ed equilibrato. Come vedremo in seguito, l'ordine dei capitoli non corrisponde necessariamente all'ordine in cui essi verranno scritti.

Ovviamente ogni tesi avrà le sue caratteristiche peculiari, ma in generale ci dovrà essere prima di tutto un sommario, lungo al massimo un paio di pagine, che fa da presentazione a tutto il lavoro di tirocinio. In esso verrà presentato il problema, il contesto in cui si è svolto il lavoro e l'attività del candidato, distinguendola chiaramente da quello che già c'era o che è stato svolto da altri. Leggendo il sommario, i membri della commissione si potranno fare subito l'idea di qual è il problema affrontato e che tipo di attività è stata svolta. Il sommario non fa parte della numerazione dei capitoli e di solito viene steso per ultimo.

Ci sarà poi un capitolo di introduzione al problema affrontato, in cui si considerano le possibili soluzioni proposte dallo stato dell'arte. La stesura di questo capitolo richiede un'ottima conoscenza del problema e l'esercizio di un forte spirito critico per evitare di ridurlo ad un elenco di pezzi di testo scopiazzati qua e là. È per questo che io consiglio di prepararlo dopo i capitoli centrali che si riferiscono più direttamente al lavoro svolto. Una volta che il candidato ha svolto il lavoro richiesto e lo ha descritto e discusso nei capitoli centrali della tesi, dovrebbe avere la visione di insieme che gli consente di approfondire la discussione come richiesto; e se non ce l'ha a questo punto, non ce l'avrà mai.

L'organizzazione dei capitoli centrali della tesi è quella che più dipende dal caso specifico. Spesso, soprattutto nei tirocini aziendali, viene richiesto al candidato di lavorare su un sistema esistente. In genere, vale la pena di dedicare un capitolo a sé alla sua descrizione, in modo da separarla chiaramente dalla sua attività di tirocinio.

Infine, un capitolo di conclusioni e possibili sviluppi futuri: raramente alla fine del tirocinio il lavoro può dirsi completamente concluso: più di frequente, esso viene troncato perchè l'attività svolta risulta sufficiente per l'esame finale. In questo capitolo, si discuteranno quindi sia i risultati ottenuti che le cose che sono rimaste da fare.

I riferimenti bibliografici sono importanti e possono comprendere riferimenti a siti web: in questo caso va specificato il titolo del sito, l'URL e la data in cui si è fatto l'accesso (infatti al medesimo URL possono corrispondere informazioni diverse in momenti diversi). Wikipedia non può essere usata come riferimento, perché non offre alcuna garanzia di accuratezza.

Stesura dell'elaborato di tesi

L'organizzazione degli argomenti è essenziale per ottenere un buon elaborato. Nella scelta degli argomenti da inserire, il candidato dovrebbe considerarne la pertinenza, sia per quel che riguarda la descrizione del proprio lavoro che per quel che riguarda la discussione: quindi possono essere di interesse non solo gli approcci e le soluzioni prescelti, ma anche possibili alternative con cui confrontarli. Idealmente, ogni argomento dovrebbe essere trattato in un unico punto dell'elaborato, in modo chiaramente distinto dagli altri. Ove ciò non sia possibile, è opportuno inserire dei rimandi alle altre sezioni in cui l'argomento viene considerato.

È buona abitudine cominciare ogni capitolo con un paragrafo che illustri gli scopi e i contenuti del capitolo, con un breve sommario degli argomenti trattati nel capitolo stesso. Anche se in modo molto più breve; si può fare altrettanto anche all'inizio di ogni sezione.

Il tono dell'elaborato deve essere quello di un rapporto tecnico: chiaro, preciso e sintetico. In argomento scientifico, ogni termine ha un suo significato. È molto meno grave qualche ripetizione che una trattazione resa confusa dall'uso indiscriminato di termini non perfettamente equivalenti. Una grande fonte di dubbio è l'uso di termini stranieri, tipicamente inglesi. A volte, tradurre i termini crea più confusione che altro: solo in questo caso è meglio lasciarli in inglese, con l'accortezza, ove sia il caso, di darne la traduzione in italiano la prima volta che vengono usati. Tutti i termini stranieri (con l'eccezione del latino) vanno in italico. Si dovrebbero usare solo le forme non flesse, e quindi i nomi andrebbero tutti al singolare, anche se ormai la diffusa familiarità con l'inglese rende quest'usanza un po' innaturale e quindi, a mio parere, obsoleta.

L'uso di acronimi è molto diffuso in ambito informatico: la prima volta ogni acronimo va spiegato, accompagnandolo con la sua forma estesa. Ad esempio: "... il riconoscitore si basa su Hidden Markov Models (HMM). L'uso degli HMM per questa applicazione ...". Si noti che le iniziali di parola che vengono riprese nell'acronimo sono in maiuscolo (nel caso di eXtensible Markup Language (XML)). Se l'uso di un acronimo non è uniformemente diffuso in tutto l'elaborato, conviene ripeterne la spiegazione alla sua prima occorrenza in ogni capitolo.

Indicazioni pratiche

Io non correggo l'ortografia: non perché non sia importante, ma perché la do per scontata. Chi, per distrazione o altro, sa di avere questo problema, si organizzi: esistono correttori ortografici, e molto spesso mamme, papà, fidanzati/e si prestano a questo noioso compito. D'altra parte, un testo pieno di errori di ortografia e di battitura non può venir considerato un buon elaborato. Lo stesso vale per gli errori di sintassi. I risultati migliori si ottengono usando frasi brevi, il cui svolgimento è di più facile controllo.

Questo vale anche per chi decide di stendere la tesi in inglese: cerco di collaborare indicando le parti poco chiare o sintatticamente barcollanti, ma non posso permettermi di correggere anche gli errori linguistici e di stile. A questo proposito, anche per chi scrive la tesi in inglese, potrebbe essere una buona idea quella di formulare in italiano (o in entrambe le lingue) titolo e sommario.

Analoga cura dovete dedicare alla numerazione di capitoli, sezioni, figure e tabelle. Ormai tutti gli editori di testi offrono supporto alle numerazioni (e spesso anche ai riferimenti bibliografici): riferimenti che non portano da nessuna parte o che portano a figure e sezioni sbagliate non sono accettabili. La punteggiatura segue la parola precedente senza interposizione di spazi, ed è seguita da uno spazio.

Non aspettate l'ultimo momento per portarmi gran parte della tesi: spesso l'impostazione va modificata, e sia io che voi sprechiamo tempo e fatica. Portatemi subito il primo capitolo che scrivete, o parti di esso, in modo da capire al più presto se il lavoro è impostato correttamente. Ovviamente il materiale deve essere sufficiente a questa valutazione.

Io garantisco tre correzioni per il primo capitolo e due per i successivi: cercate di pensare bene quando mi consegnate qualcosa, in modo da non sprecare questa risorsa.

Nella laurea triennale, non c'è correlatore; nel frontespizio della tesi va invece indicato il tutor aziendale. Nel sommario e nell'introduzione va chiaramente indicata l'azienda presso cui si è svolto il tirocinio, nel caso di tirocini esterni. La tesi è un atto dovuto, quindi la dedica è inopportuna. Anche se devo ammettere che mi fa piacere quando il mio lavoro viene apprezzato, non si ringrazia il relatore, che ha fatto solo il suo dovere. È invece bene ringraziare altri docenti, dipendenti dell'azienda o altri che vi abbiano dato aiuto durante il tirocinio e la stesura dell'elaborato.


Last modified: Thu Jan 7 15:34:06 CET 2010