UN ESEMPIO RAPPRESENTATIVO DI LOTTA INTEGRATA AL MAL DELL’INCHIOSTRO DEL CASTAGNO  SU PIANTE SECOLARI

 

Cristinzio Gennaro,* Grassi Giorgio,** Murrone Antonio,***Scalise Antonio,**** Scalzi Tommaso,**** DeVivo Alessandro.*

 

* Dipartimento di Arboricoltura, Botanica e Patologia Vegetale, Università degli Studi di Napoli "Federico II".

** Istituto Sperimentale per la Frutticoltura di Roma, Sezione di Caserta.

*** A.R.S.S.A. Settore Forestale Cosenza.

****A.R.S.S.A. Ce.D.A. n.12 Cropani Marina (CZ).

 

Riassunto

            In un castagneto da frutto colpito da Mal dell'Inchiostro, sito in località Carrozzino nel Comune di Zagarise (CZ), sono stati individuati  alberi con chiari  sintomi della malattia. Su tre esemplari secolari, nel mese di aprile 1999, per un raggio di tre-quattro metri dal fusto, è stato eliminato  uno strato di terra  fino a mettere a nudo  le principali radici. Su tali organi, per due anni di seguito, sono state effettuate 3 spennellature nel periodo primaverile, a distanza di 20 giorni una dall’altra, con Alliette (Phosethyl-Al). Insieme con la lotta chimica è stata effettuata una razionale lotta agronomica con potatura nel periodo invernale,  concimazione primaverile ed effettuando una sistemazione "a lunetta" del suolo che è servita anche a regolare il flusso delle acque di superficie.

            Dopo tre anni i risultati appaiono  molto positivi in quanto tutti e tre gli alberi trattati esprimono elevato vigore vegetativo, chioma verde e nessun sintomo  di malattia, a fronte di altre piante limitrofe che mostrano sintomi chiari.

            Nello stesso castagneto nel corso del 2002 sono state trattate, contro il Mal dell’Inchiostro, altre 9 piante secolari malate con metodica di più facile e veloce attuazione, rispetto a quella sopra descritta, consistente nell’immissione del prodotto anticrittogamico al di sotto della corteccia nella parte basale del tronco.

Parole chiave: Phytophthora, Castagno, Lotta integrata

 

A REPRESENTATIVE EXAMPLE OF INTEGRATED TREATMENTS OF “CHESTNUT INK DISEASE” AFFECTING SECULAR TREES

 

Abstract

In a secular chestnut grove at Carrozzino, municipality of Zagarise (CZ) and affected by the chestnut Ink disease (Phytophthora cambivora), several trees showing clear symptoms of the disease were selected for testing.

In April 1999 three trees had the surface layer of earth manually removed for a radius of 3-4 meters from the trunk base, exposing the collar and the main roots. These parts were treated with Alliette (Phosethyl-Al) three times, at 20-day intervals. An additional sequence of three treatments was carried out in spring 2000. In addition to the chemical treatment in order to foster vegetative recovery, the plants were trimmed in the winter and fertilized in spring with agricultural urea. At the end of April of this year the plants were treated once again with Alliette and the roots were covered up with earth in a "moon-shaped" pattern in order to regulate the flow of surface water.

The results obtained after three years are positive in that, the three treated trees showed an elevated vegetative vigor, with a green canopy and no additional symptoms of the disease, whereas  the other plants demonstrated clear disease symptoms.

            In the same chestnut grove during 2002 another 9 secular plants were treated with a different method more simple and rapid than one described above based on introduction of the chemical products  directly under the bark  at the basal part of the trunk.

Key words: Phytophthora, Chestnut, Integrated treatment

 

Introduzione

 

Una delle più gravi malattie del Castagno è il Mal dell’Inchiostro, i cui agenti principali sono la Phytophthora cambivora (Petri) Buism. e la P. cinnamomi Rands; possono essere colpite indifferentemente sia le giovani piantine che le piante secolari; spesso l’evoluzione più o meno rapida della malattia è in relazione all’età della pianta, ma porta inesorabilmente alla morte.

            Le nostre ricerche, sono iniziate e si svolgono tuttora in una particolare zona molto attaccata all’interno di un vecchio impianto di castagno da frutto di circa 60 ha, collocato in un’area, in località Carrozzino, da sempre vocata alla castanicoltura nel Comune di Zagarise (CZ).

            Già negli anni ’50 l’intera zona fu gravemente colpita dal Mal dell’Inchiostro, e molti proprietari furono costretti ad una parziale sostituzione della coltura con rimboschimenti di conifere e/o dove possibile,   ad una conversione del castagneto da frutto a ceduo. Anche nella proprietà dove sono in corso le nostre prove, un’intera area di circa 40 ha fu, all’epoca, completamente distrutta dal parassita. Oggi, la malattia è presente soprattutto nelle zone più alte, dove il terreno è in leggera pendenza o pianeggiante e soggetto a  ristagni idrici. Le potature sporadiche e la totale mancanza di interventi preventivi e/o curativi nei confronti della suddetta malattia, non hanno certamente migliorato la situazione anzi ove possibile hanno contribuito ad aggravarla.

            In un lavoro precedente (Cristinzio e Grassi 1986) era stata valutata l’efficacia di alcuni anticrittogamici nel contenimento della malattia su giovani piantine; obiettivo della presente indagine è la valutazione dell’efficacia curativa di tali prodotti, in abbinamento a razionali tecniche agronomiche, su piante secolari (Cristinzio et al. 2002).

 

Materiali e metodi

 

            L’identificazione delle piante infette è avvenuta tramite osservazioni dei sintomi di deperimento e ingiallimento sulla chioma, presenza di disseccamento degli apici, dimensione ridotta delle foglie, scarsa produzione, e tramite opportune analisi a livello del  colletto sui tessuti del cambio e del legno.

            In una prima prova sono stati scelti tre alberi, con chiari sintomi della malattia più o meno diffusa e nel mese di aprile 1999, su un raggio di tre-quattro metri dal fusto, si è proceduto alla sconcatura manuale, per mettere a nudo il colletto e le radici primarie da sottoporre a trattamento chimico. Il principio attivo utilizzato è stato il Phosethyl-Al (Alliette) alla dose di 1 kg di prodotto per quintale di acqua. I trattamenti effettuati, con l’ausilio di una pompa a spalla, sono stati tre, a distanza di 20 giorni uno dall’altro e irrorando il prodotto su tutte le parti scoperte. Alla ripresa vegetativa nell’anno 2000 si è proceduto alla ripetizione dei trattamenti secondo lo schema  precedentemente utilizzato. Nella primavera del 2001 si è effettuato un ultimo trattamento, sempre a base di Alliette, e si sono ricoperte le radici col terreno, effettuando una sistemazione “a lunetta”.

            In una seconda prova iniziata nella primavera del 2002, sono state individuate altre 12 piante con chiari sintomi della malattia suddivise in quattro gruppi. Ai primi tre gruppi sono stati somministrati tre diversi prodotti il quarto gruppo è stato utilizzato come testimone. I principi attivi usati sono il Phosethyl-Al, il Metalaxyl ed un prodotto sperimentale non ancora commercializzato il EXP11047A. Sui tronchi, ad un’altezza di 50 cm da terra, sono stati effettuati sulla corteccia dei fori di 3 cm di diametro (foto 1 e 2). Nella foto 3 si nota la colorazione nera dei tessuti dovuta alla presenza della malattia. Sul legno sottostante è stato inserito il prodotto (foto 4), quindi riposizionato il dischetto di corteccia asportato (foto 5), infine la ferita è stata ricoperta con mastice (Arbokol). I fori sono stati fatti su tutta la circonferenza della pianta ad una distanza di 20 cm tra loro (foto 6). Per le tre piante testimoni la procedura è statala stessa e nei fori non è stato introdotto alcun prodotto.

 

 

Risultati

 

            Relativamente alla prima prova, a distanza di tre anni dall’effettuazione del primo trattamento si può dire che tutte e tre le piante hanno risposto in maniera soddisfacente. Si è avuto infatti un ottimo sviluppo dei germogli, distribuiti in maniera uniforme su tutta l’ampiezza della chioma, con foglie di grandezza regolare di colore verde intenso, e incrementi apprezzabili anche nella produzione. Sulle piante non trattate circostanti, invece, non si sono osservati miglioramenti.

            Oltre ai trattamenti chimici, che avevano lo scopo d’inibire la crescita del parassita, altri interventi colturali quali la potatura e la concimazione hanno avuto un ruolo fondamentale nella ripresa vegetativa.

            Con la potatura si è potuto bilanciare lo squilibrio creatosi in  seguito alla parziale distruzione della parte epigea, effettuando forti raccorciamenti delle branche, nei mesi invernali e la potatura verde nei mesi estivi. Concimazione, a base di urea agricola, realizzata in primavera, ha contribuito positivamente al rinvigorimento dell’intera pianta; l’interramento del concime fosfopotassico è avvenuto con la creazione di fori, tramite palo iniettore, in modo da non danneggiare le radici superficiali.

            Gli interventi di sistemazione del terreno "a lunetta" sono serviti anche per favorire lo sgrondo delle acque di superficie. Poiché la prova, nel suo insieme, ha avuto anche fini dimostrativi, le lunette sono state create utilizzando materiali diversi, quali residui di potatura e pietrame esistente sul posto. Anche le modalità di esecuzione sono state diversificate.

            Per quanto concerne la prova iniziata nel corso del 2002, da controlli visivi effettuati da noi e dai responsabili dell’azienda, si può dire che a distanza di 5 mesi la chioma delle piante trattate appare di un colore più intenso, rispetto ai testimoni.

           

Conclusioni

 

            Alla luce dei risultati ottenuti nel corso della prima prova, appare abbastanza chiaro che con una corretta integrazione di metodi di lotta chimica ed agronomica, il controllo del Mal dell’Inchiostro è possibile anche su piante secolari, pur risultando relativamente costosa la esecuzione degli interventi, soprattutto per la necessità di effettuare la sconcatura “a mano” delle piante. Se la seconda prova in corso di svolgimento dovesse dare gli stessi risultati positivi della prima, sarebbe superato il problema economico.

 

Bibliografia

 

Cristinzio G., Grassi G. 1986. Prima indagine sulla resistenza varietale e sulla lotta chimica al Mal dell’Inchiostro del Castagno. Atti, “Giornate di studio sul Castagno”, Caprarola (VT), 325-328.

Cristinzio G, Grassi G., Murrone A., Scalise A., Scalzi T. 2002. Primi risultati positivi di lotta chimica al Mal dell’Inchiostro del Castagno su piante secolari. “Convegno Nazionale Castagno 2001.” Marradi-Firenze, 25-27 ottobre, 2001, 227-229.

 


 

 

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