LOTTA CHIMICA E BIOLOGICA AL MAL DELL’INCHIOSTRO DEL CASTAGNO EFFETTUATA CON L’IMPIEGO DI TRE PORTINNESTI

 

Grassi Giorgio,* Cristinzio Gennaro,** Scalise Antonio,*** Scalzi Tommaso,*** Colosimo Pier Luigi.****

 

* Istituto Sperimentale per la Frutticoltura di Roma, Sezione di Caserta.

** Dipartimento di Arboricoltura, Botanica e Patologia Vegetale, Università degli Studi di Napoli Federico II.

*** A.R.S.S.A. Settore Forestale Cosenza.

**** Imprenditore agricolo Cropani (CZ)

 

Riassunto

In un castagneto da frutto impiantato nel 1992, gravemente colpito dal Mal dell'Inchiostro, sito in località San Nicola nel Comune di Zagarise (Catanzaro), nel febbraio 2000 sono stati messi a dimora,  tra gli spazi vuoti creati dalle fallanze, 3 portinnesti ibridi dotati in diversa misura di resistenza a Phytophthora cinnamomi e P. cambivora e di buona affinità con la Castanea sativa: Ferosacre, Marsol e Marigoul.

Le piante, ricavate da margotta di ceppaia, sono state fornite dall' I.N.R.A. francese.

Per migliorare e/o sostenere la resistenza al Mal dell’Inchiostro, sono state introdotte alcune tesi sperimentali di lotta biologica (con il fungo antagonista Trichoderma harzianum) e chimica con Phosethyl-Al e Dimetomorf.

I portinnesti, a fine inverno 2000-2001, sono stati innestati a doppio spacco inglese, con due buone varietà locali presenti: la Riggiola e la ‘Nserta.

Dopo due anni dall’impianto i migliori risultati, nei riguardi della sopravvivenza, sono stati ottenuti con il Marsol, mentre il Ferosacre ha stimolato il miglior vigore vegetativo.

A fine inverno 2001-2002, sono stati messi a dimora altri 60 selvatici di Castanea sativa locale, trattati con Trichoderma harzianum che al momento sono tutti vegetanti

 

Parole chiave: Castagno, Lotta chimica, Lotta biologica, Lotta agronomica, Phytophthora, Portainnesto.

 

CHEMICAL AND BIOLOGICAL CONTROL OF CHESTNUT INK DISEASE WITH THE AID OF THREE ROOTSTOCKS

 

Abstract

            A chestnut orchard planted in 1992 at san Nicola, town of Zagarise (CZ), was attacked strongly by Ink disease. In February 2000 rootstocks of the cv Ferosacre, Marigoul and Marsol, resistent in differing degrees to Phytophthora cinnamomi and P. cambivora and akin to Castanea sativa, were planted in the spaces left by the removed of the diseased trees.

            The plants propagated from the tree stump layer were provided by I.N.R.A. France.

            To improve and/or maintain the resistance to Ink disease, some experimental biocontrol tests (with the antagonistic fungus Trichoderma harzianum) and chemical treatments (with Phosethyl-Al and Dimetomorf) were conducted. The rootstocks at the end of winter 2000-2001 were grafted, by double English cleft with the best local varieties; Riggiola and ‘Nserta.

            Two years after transplant the best results were obtained with cv Marsol, for the survival and with Ferosacre for the vegetative vigor of the plants.

            At the end of winter 2001-2002, another 60 wild plants of the local Castanea sativa were planted and treated with T. harzianum. at the moment all are thriving.

 

Key words: Chestnut, Chemical control, Biological control, Agronomic control, Phytophthora, Rootstock.

 

Introduzione

 

            Il Mal dell’Inchiostro del castagno, i cui agenti principali sono la Phytophthora cambivora (Petri) Buism. e la P. cinnamomi Rands, (Cristinzio 2001) negli ultimi anni sta colpendo in modo grave molte zone della presila catanzarese. Danni considerevoli con morte delle piantine, che arrivano fino al 40-50% nei primi anni, si hanno soprattutto nei nuovi impianti (Scalise et al. 2000). Poiché la malattia è tipicamente tellurica, uno dei metodi per il contenimento può essere l’impiego di portinnesti resistenti (Grassi 1999). In accoppiamento a questo metodo di lotta genetica abbiamo voluto accoppiare dei trattamenti biologici e chimici al momento dell’impianto.

 

Materiali e metodi

 

            All’interno di un castagneto impiantato nel 1992 sito in località San Nicola nel comune di Zagarise (CZ), gravemente colpito da Mal dell’Inchiostro, negli spazi vuoti creati dalle fallanze, nel febbraio del 2000 sono stati messi a dimora portinnesti di provenienza francese. Segnalati dall’I.N.R.A. come affini a Castanea sativa e resistenti al Mal dell’Inchiostro, sono stati ricavati da margotta di ceppaia e forniti dall’I.N.R.A. stessa, 100 piantine di Ferosacre, 100 di Marigoul e 100 di Marsol.

            Al momento dell’impianto sono state messe a confronto due tesi sperimentali più una tesi di controllo. In una prima tesi, comprendente 16 piantine di Ferosacre, 16 di Marigoul e 18 di Marsol, è stato utilizzato un fungo antagonista il Trichoderma harzianum (un ceppo sperimentale gentilmente fornito dal dipartimento di Arboricoltura, Botanica e Patologia Vegetale, Università degli Studi di Napoli Federico II) sotto forma di polvere secca; il fungo è stato distribuito nella quantità di 10gh/pianta nella buca a diretto contatto con le radici della piantina. In una seconda tesi comprendente 70 piantine per ciascun portinnesto, sono stati utilizzati due fungicidi, Alliette (a base di Phosethyl-Al) 250gr/hl e Forum (a base di Dimetomorf) 100gr/hl; le piantine prima sono state immerse con gli apparati radicali per 30’ poi dopo la messa a dimora trattate con gli stessi prodotti.

            I portinnesti a inizio primavera 2001 sono stati innestati a doppio spacco inglese con due delle migliori varietà locali: Riggiola e ‘Nserta. I primi risultati sono già stati resi noti in una precedente nota (Colosimo et al. 2002).

A fine inverno 2001-2002, nello stesso appezzamento sono state messe a dimora 60 piantine di selvatici di Castanea sativa locale, preventivamente trattati con Trichoderma harzianum.

 

Risultati

A distanza di due anni dalla messa a dimora delle piantine, osservando i dati riportati in tabella 1 si nota che la mortalità totale è abbastanza elevata nel testimone solo di poco inferiore con il controllo biologico e più bassa con il controllo chimico, ma è da notare che tali dati sono dovuti soprattutto ai risultati del primo anno quando si era in presenza di una differenza abbastanza netta tra il testimone e le due tesi trattate. All’interno della tesi chimica non si sono avute differenze significative di risposte con i due prodotti utilizzati, per cui non verrà fatto alcun riferimento al comportamento dei singoli principi attivi.

Dalle risposte che i tre portainnesti hanno fornito si nota che esse sono abbastanza differenziate. In modo particolare in termini assoluti il Marigoul ha presentato una mortalità due e tre volte superiore nei confronti di Ferosacre e Marsol, analizzando poi le diverse tesi si nota che per il Ferosacre e il Marsol la mortalità delle piantine è stata percentualmente molto più alta nel controllo rispetto alle tesi trattate non così per il Marigoul (tab. 2).  

Per valutare una eventuale influenza del trattamento biologico sullo sviluppo vegetativo del nesto, nelle tabelle 3 e 4 sono messi a confronto i dati dei tre portainnesti. Dalla tabella 3 si evince che  nel corso del primo anno la lunghezza dei germogli apicali sostanzialmente non si differenziava in modo significativo tra il testimone e le piante trattate in Marigoul e Marsol, solo con il Ferosacre vi era un maggiore allungamento dei germogli nelle piante trattate; tale tendenza si è confermata anche nel 2002, confermando con ciò le informazioni date dall’INRA, che attribuiscono a Ferosacre vigoria molto elevata. L’influenza positiva del Trichoderma è appezzabile invece nella tabella 4 dove si può notare che, dopo il primo anno con tutte e tre le cv sia la lunghezza che la larghezza delle foglie appare maggiore, rispetto ai testimoni, molto meno evidenti o del tutto scomparse le differenze dopo due anni .

 

 

 

Tabella 1: Percentuale di piante morte dopo i primi due anni dall’impianto

TESI

N. di Piante trapiantate

2001

 2002

Totale

Biologica

50

24,0

6,0

30,0

Chimica

210

20,0

3,8

23,8

Testimone

40

35,0

2,5

37,5

 

 

 

 

Tabella 2: Percentuali di piante morte dei tre portinnesti nelle diverse tesi dopo due anni dall’impianto

Portinnesto

Tesi

N. Piante

Piante morte 2001

Piante morte 2002

TOT. Piante morte

 

trapiantate

numero

%

numero

%

numero

%

 

 

Biologica

       16

1

6,3

1

6,3

2

12,5

 

 Ferosacre

Chimica

70

10

14,3

3

4,3

13

18,6

 

 

Testimone

14

6

42,9

0

0,0

6

42,9

 

 

Biologica

16

8

50,0

2

12,5

10

62,5

 

 Marigoul

Chimica

70

24

34,3

3

4,3

27

38,6

 

 

Testimone

14

6

42,9

0

0,0

6

42,9

 

 

Biologica

18

3

16,7

0

0,0

3

16,7

 

 Marsol

Chimica

70

8

11,4

2

2,9

10

14,3

 

 

Testimone

12

2

16,7

1

8,3

3

25,0

 

 

 

 

Tabella 3: Lunghezza dei germogli apicali in cm  nei primi due anni dall’impianto

Portinnesto

Tesi

2001

2002

media

Dev.St.

media

Dev.St.

Ferosacre

Biologica

40,6

22,4

49,3

10,9

Testimone

35,4

14,1

33,3

7,8

Marigoul

Biologica

17,8

13,5

22,6

3,3

Testimone

20

17,7

15,4

7,8

Marsol

Biologica

25,6

16,7

31,4

7,8

Testimone

37,5

30,7

34,6

5,8

 

 

 

 Tabella 4: Lunghezza e larghezza delle foglie in cm.

Portinnesto

Tesi

2001

2002

lungh.

Dev.St.

largh.

Dev.St.

lungh

Dev.St.

largh

Dev.St.

Ferosacre

Biologica

22,9

1,2

9,7

1,2

16,0

0,8

6,1

0,6

Testimone

15,8

1,3

5,4

0,8

     15,2

0,7

5,8

0,4

Marigoul

Biologica

25,4

2,3

7,4

0,3

15,1

0,5

5,7

0,4

Testimone

17,8

1,3

6,2

0,3

14,9

0,5

5,8

0,4

Marsol

Biologica

21,4

1,5

8,0

1,1

15,5

0,5

5,3

0,3

Testimone

18

0,9

6,5

0,9

15,4

0,5

5,4

0,4

 

 

Conclusioni

Valutando la mortalità delle piantine nei primi due anni si evince chiaramente che il primo anno risulta molto importante e delicato per la vita successiva dell’impianto da un punto di vista fitosanitario. In tutte e due le tesi (chimica e biologica) si è avuta una certa riduzione della mortalità rispetto al testimone, più promettenti sono apparsi i trattamenti chimici con entrambi i prodotti utilizzati. Dei tre portinnesti impiantati nessuno è apparso immune al Mal dell’Inchiostro, il più tollerante è apparso il Marsol; mentre il Ferosacre ha dato i migliori risultati nei riguardi dell’affinità e della stimolazione vegetativa.

 

Bibliografia

Colosimo P., Cristinzio G , Grassi G., Scalise A., Scalzi T. 2002. Prima valutazione di portinnesti di castagno segnalati resistenti al Mal dell’Inchiostro. “Convegno Nazionale Castagno 2001”.  Marradi-Firenze, 25-27 ottobre, 2001, 224-226.

Cristinzio G. 2001. Il mal dell'inchiostro del Castagno: la malattia e gli agenti. Atti del Convegno "Il Mal dell'Inchiostro del Castagno" Sersale, (CZ),1-2/ottobre/1999, 11-16.  

Grassi G. 1999. Agrotecniche applicate nella castanicoltura da frutto in funzione della lotta al Mal dell’Inchiostro. Atti del Convegno “Il Mal dell’Inchiostro del Castagno”. Sersale, (CZ),1-2  ottobre, 1999, 23-29.                        

Scalise A., Colosimo P. e Cristinzio G. 2000. Danni da Cancro della Corteccia e da Mal dell'Inchiostro in un nuovo impianto di Castagno da frutto in provincia di Catanzaro. Monti e Boschi, 6, 29-33.