2. Devo sostenere l’esame con il prof. Brunetti. Mi devo prenotare? Se sì, come farlo?
Per velocizzare le modalità di verbalizzazione telematica degli esami, è opportuno prenotarsi utilizzando SEGREPASS .
3. È indispensabile seguire il corso per fare l’esame?
La frequenza non è obbligatoria, ma, in ogni caso, fortemente incoraggiata. Anche solo sentire il docente che «legge» una formula alla lavagna rende meno faticoso l’insostituibile studio individuale.
4. Vi sono dei libri di testo consigliati?
Sebbene gli argomenti trattati di algebra lineare e di geometria siano istituzionali e facilmente reperibili, si consigliano i seguenti titoli:
5. Ho trovato i testi X e Y in fotocopia. Posso studiare su quelli?
La legge n. 248 del 18 agosto 2000 vieta di fotocopiare più del 15% di un volume in commercio. E ho detto tutto.
6. Come si svolge l’esame?
L’esame consta di una prova scritta e di una prova orale, a distanza di circa sette giorni l’una dall’altra. Il superamento delle due prove infracorso comporta l’esonero dalla prova scritta.
7. Dove posso reperire alcune prove scritte?
Qui, qui e qui.
Per avere altre prove, raggiungere il docente nell’orario di ricevimento. Una prima prova infracorso da scaricare si trova qui.
8. In una determinata sessione d’esame ho svolto una prova scritta non sufficiente. Posso presentarmi allo scritto della sessione successiva?
Sì.
9. Sono uno studente immatricolato in anni precedenti. Posso sostenere le prove infracorso?
Condizione necessaria, ma non sufficiente è quella di stare effettivamente seguendo il corso. Non si può, però, comunque partecipare se, in anni precedenti, si è consegnata una prima prova infracorso risultata insufficiente.
10. Si dice che l’esame con il prof. Brunetti sia insuperabile...
Trattasi di una bieca e fallace leggenda metropolitana, confutata scientificamente con dati sperimentali: fra il mese di gennaio e quello di settembre 2013 hanno superato l’esame 62 iscritti al primo anno e 84 veterani.
11. Perché mi sono iscritto a un corso di laurea in ingegneria? Perché?
Il fatto che l’università di Napoli «Federico II» sia stata fondata nel medioevo, un’epoca in cui la temperatura religiosa era alta e tutti ritenevano che il vero sapere consistesse nello «scire per causas» non vuol dire che si abbia qui la possibilità di rispondere a tutte le domande, specialmente ai quesiti dai risvolti sostanzialmente metafisici. Altre domande?
L’amore della matematica è una parte viva di quel sentimento umile e forte che gli antichi chiamavano filosofia, cioè amore della sapienza.
