Arthur Conan Doyle, Uno studio in rosso

Il romanzo

Uno studio in rosso (1887) è il primo romanzo di Arthur Conan Doyle in cui compare Sherlock Holmes. L’investigatore deve aiutare Scotland Yard nella risoluzione di due casi di omicidio correlati tra loro: Enoch J. Drebber è stato trovato morto avvelenato, mentre il suo segretario personale, Joseph Strangerson è stato ucciso con un colpo di pugnale. Poiché le due vittime sono di origine statunitense, Sherlock Holmes richiederà a dei conoscenti americani alcune informazioni, grazie alle quali potrà dare un senso alle molte osservazioni fatte sul luogo del delitto e individuare sia il colpevole che la dinamica degli omicidi.
L’assassino è Jefferson Hope che, molti anni prima, in America, avrebbe dovuto sposare una ragazza di nome Lucy, ma il matrimonio era stato impedito dalla comunità mormone alla quale entrambi appartenevano. Per di più Hope accusa due dei membri della comunità (le due vittime) di aver causato la morte della ragazza e di suo padre. Da allora aveva progettato la sua vendetta, giunta ora a compimento.

Il brano

Ti presentiamo le pagine finali del romanzo: il colpevole, scoperto e assicurato alla giustizia, ha reso piena confessione, ma è morto subito dopo per un attacco cardiaco. Il merito della sua scoperta è andato a Scotland Yard, ma Watson, non ancora soddisfatto, vuole conoscere da Holmes il modo in cui lo smascheramento è stato possibile. Ecco come Holmes ricostruisce il proprio ragionamento:

“Le ho già spiegato che le circostanze fuori dal comune, di solito, rappresentano una guida anziché un ostacolo. Nel risolvere un problema di questo genere l’essenziale è saper ragionare a ritroso. è una tattica utile e saggia, ma pochi se ne servono, forse perché, nella vita di ogni giorno, è più pratico fare seguire al ragionamento la direzione del tempo. Ci sono cinquanta persone che sanno ragionare sinteticamente contro una sola che sa ragionare analiticamente.”

“Confesso che non capisco bene” dissi.

“Me l’aspettavo. Vediamo un po’ se posso chiarire il mio concetto. Se lei descrive una certa sequela di eventi, gli ascoltatori, per la maggior parte, le diranno quali potrebbero essere le conseguenze degli eventi stessi. Sono capaci di mettere assieme mentalmente le circostanze e di arguire quello che accadrà in seguito. Ben poche, viceversa, sono le persone che, venendo a conoscenza di un fatto, riescono a dedurne le circostanze che l’hanno provocato. A questa facoltà alludo, quando parlo di ragionamento a ritroso o analitico.”

“Ora capisco” mormorai.

“Questo, per esempio, era un caso in cui ci trovavamo al cospetto delle conseguenze e dovevamo quindi risalire alle origini. Ora, permetta che esponga il mio ragionamento. Cominciamo dal principio: come sa, mi sono avvicinato a piedi a quella casa con la mente sgombra da ogni preconcetto. Naturalmente ho cominciato con l’esaminare le strade e, come già le ho spiegato, ho visto le tracce lasciate da una carrozza. Assumendo informazioni, ho accertato che doveva essere stata là durante la notte. Inoltre ho capito che si trattava di una carrozza pubblica e non privata, a causa della carreggiata stretta. Il comune cab londinese è assai più stretto di quanto non lo siano, normalmente, le vetture private.

“Era un primo punto chiarito. Ho percorso, poi, il sentiero del giardino in cui il terreno argilloso sembrava fatto apposta per ritenere impronte e orme. A lei, senza dubbio, sarà parsa una fanghiglia calpestata, ma, al mio occhio esperto, ogni traccia su quella superficie aveva il suo significato. Nella scienza dell’investigazione, non c’è nessun ramo, tanto importante e tanto negletto quanto l’arte di individuare le orme. Per fortuna, l’esperienza ne ha fatto in me una seconda natura. Ho riconosciuto le orme profonde dei poliziotti, ma anche le tracce lasciate dai due uomini che erano passati per primi attraverso il giardino. Mi è stato facile capire che erano precedenti perché, in certi punti, erano del tutto cancellate dalle altre che si erano sovrapposte. In tal modo ho fabbricato il secondo anello della catena: i visitatori notturni erano stati due, uno di statura notevole (come ho calcolato dalla lunghezza del passo) e l’altro vestito con ricercatezza, a giudicare dalla forma slanciata ed elegante delle sue scarpe. Entrando in casa ho avuto subito la conferma di questa mia ultima deduzione. L’uomo dalle scarpe eleganti giaceva là, davanti a me. Dunque, quello alto aveva commesso il delitto…”

Arthur Conan Doyle, Uno studio in rosso in Opere di sir Arthur Conan Doyle, traduzione di A. Tedeschi, Mondadori, 1976

Esercitazioni

1. Comprensione

I personaggi
Basandoti sul dialogo tra i due protagonisti, prova a descrivere i personaggi di Sherlock Holmes e del Dottor Watson. Che caratteristiche hanno? Qual è il rapporto tra i due?

Il metodo investigativo
Il testo può essere suddiviso in due parti: nella prima Sherlock Holmes espone le sue teorie generali riguardo al ragionamento investigativo, nella seconda illustra come le ha impiegate nel caso specifico. Individua le due parti del testo e fanne un breve riassunto.

2. Analisi

Il metodo investigativo
Ricostruisci le tappe del ragionamento di Sherlock Holmes ed elenca le deduzioni che ricava dalle sue osservazioni

Gli indizi
Secondo te cosa rappresentano gli indizi per il ragionamento analitico di Sherlock Holmes?

3. Produzione

Il metodo investigativo
Illustra oralmente ai tuoi compagni il metodo investigativo di Sherlock Holmes, riportando alcuni esempi tratti dal brano. Hai a disposizione 5 minuti.

L’ambientazione
Alcuni passaggi del testo descrivono la Londra di Sherlock Holmes. Riassumi brevemente in forma scritta le principali trasformazioni economiche e sociali che che la città stava subendo in quel periodo.