Protagonista di 75 romanzi e numerosi racconti di Georges Simenon, Maigret vive a Parigi con la moglie e lavora presso la polizia ufficiale. Robusto e severo nell’aspetto, ma estremamente rispettoso nei confronti del prossimo, anche degli assassini che immancabilmente smaschera. Ama la cucina, non disdegna ogni tanto un buon bicchiere e fuma: la sua immagine con la pipa tra le labbra è stata resa nota al pubblico televisivo italiano dalle interpretazioni di Gino Cervi.
Maigret rappresenta una grossa novità rispetto ai metodi di indagine dei detective tradizionali. Per lui la logica passa in secondo piano rispetto all’intuizione, alla capacità di immergersi in un ambiente e di coglierne i dettagli nascosti, spesso irrazionali, che permettono di avere un’ispirazione risolutiva che resta spesso inspiegabile logicamente.
In quasi tutte le sue inchieste, Maigret attraversava questo periodo più o meno lungo di incertezza durante il quale, come dicevano sottovoce i suoi collaboratori, sembrava ruminare. Nella prima tappa, quando cioè si trovava di fronte ad un ambiente nuovo, con delle persone di cui non sapeva nulla, si sarebbe detto che egli aspirasse macchinalmente la vita che l’attorniava e se ne gonfiasse come una spugna (...) Egli aspettava il più a lungo possibile prima di formarsi un’opinione. Oppure non se la formava affatto. Conservava il suo giudizio libero fino al momento in cui un’evidenza non gli si imponesse o piuttosto che il suo interlocutore non cominciasse a cedere
Georges Simenon, Il ladro di Maigret, traduzione di Elda Necchi, Adelphi, 2009
Attività
Guardando l’immagine di Maigret, come descriveresti la sua figura?