Agatha Christie, Assassinio sull’Orient Express

Il romanzo

Assassinio sull’Orient Express è tra i romanzi più famosi di Agatha Christie. Prima di diventare un romanzo è stato però un’opera teatrale; infatti il romanzo conserva molto dello stile teatrale: la vicenda si svolge in una sola giornata ed è molto ricca di dialoghi.
La trama è piuttosto semplice: il celebre investigatore Hercule Poirot intraprende un viaggio sull’Orient Express. Sul treno ci sono passeggeri di diversa provenienza, nazionalità, professione. Tra questi Monsieur Bouc, un vecchio conoscente di Poirot che ora è direttore della Compagnia Internazionale dei Vagoni Letto.

Durante il viaggio uno dei passeggeri viene ucciso nel suo vagone letto, colpito con dodici coltellate. Intorno al cadavere gli indizi sono talmente tanti e confusi da mettere in difficoltà lo stesso Poirot. Accompagnato dal dottor Constantine, anche lui passeggero del treno, l’investigatore esamina la scena del delitto. Poirot si concentra su alcuni dettagli: un fiammifero diverso da quelli nella scatola, la tipologia delle ferite sul cadavere, gli abiti della vittima. Inaspettatamente a un certo punto, chiede al controllore di andargli a prendere le cappelliere di due delle passeggere.

Il brano

Il controllore si allontanò. Ritorno con le due cappelliere. Poirot aprì quella della cameriera e la spinse da parte. Poi aprì quella della signora svedese e si lasciò sfuggire una esclamazione compiaciuta. Togliendo con cura i cappelli, scoprì dei sostegni rotondi in reticella di fil di ferro.

“Ah, ecco quello che ci occorre. Circa quindici anni fa, le cappelliere erano fatte così. Si attaccavano i cappelli a questi sostegni in fil di ferro con uno spillone.”

Così dicendo, toglieva abilmente due sostegni. Rimise quindi i cappelli nella cappelliera e disse al controllore di riportarle entrambe dove le aveva trovate. Quando la porta si chiuse di nuovo, si rivolse al compagno.

“Vedete, mio caro dottore, io non sono tipo da fidarsi della solita procedura. Io cerco la psicologia, non le impronte digitali o la cenere delle sigarette. Ma in questo caso non direi di no a qualche aiuto scientifico. Questo scompartimento è pieno di indizi, ma come posso essere certo che questi indizi siano davvero quello che sembrano?”

“Non vi capisco, Monsieur Poirot!”

“Ebbene, per farvi un esempio, troviamo un fazzoletto da donna. Lo ha lasciato cadere una donna? O è stato un uomo, mentre commetteva il delitto, a dirsi “lo farò sembrare un delitto femminile. Pugnalerò più del necessario il mio nemico, vibrando alcuni colpi deboli e inefficaci, e lascerò cadere questo fazzoletto dove non possa sfuggire a nessuno.” E’ una possibilità. Ma ce n’è un’altra. Lo ha ucciso una donna e ha lasciato deliberatamente un nettapipe per far credere che fosse stato un uomo? O intendiamo ipotizzare seriamente che due persone, un uomo e una donna, vi siano coinvolte separatamente, e che ognuna di loro sia stata tanto distratta da lasciare un indizio della propria identità? E’ un po’ troppo come coincidenza, questa!”

“Ma che c’entra la cappelliera?” chiese il medico ancora perplesso.

“Ah! Adesso ci arrivo. Come dicevo, questi indizi, l’orologio fermato all’una e un quarto, il fazzoletto, il nettapipe, possono essere autentici, o falsi. Quanto a questo non posso ancora dirlo. Ma c’è almeno un indizio che non ritengo falso, anche se di nuovo posso sbagliarmi. Alludo a questo fiammifero piatto, signor dottore. Credo che il fiammifero sia stato usato dall’assassino, non da monsieur Ratchett. è stato usato per bruciare qualche foglio che avrebbe potuto incriminarlo. Forse un biglietto. Se è così, c’era qualcosa in quel biglietto, qualche sbaglio, qualche errore, che avrebbe potuto costituire un indizio sull’aggressore. Cercherò di scoprire di che cosa di trattava.”

Uscì dallo scompartimento e vi fece ritorno pochi minuti dopo con un fornelletto a spirito e un paio di ferri per ricci.

“Li uso per i baffi” spiegò.

Il medico lo guardava con grande interesse.

Poirot appiattì i due sostegni di reticella di ferro e con grande cura appoggiò su uno di essi il frammento di carta carbonizzata. Vi pose sopra l’altro e, tenendo insieme i due pezzi con i ferri per ricci, tese il tutto sulla fiamma del fornelletto a spirito.

“è un mezzo molto di fortuna, questo” disse. “Auguriamoci che serva allo scopo.”

Il medico osservava attentamente il procedimento. Il metallo incominciò ad arroventarsi, All’improvviso, vide apparire alcune lettere sbiadite. Lentamente si formarono alcune parole, parole di fuoco.

Era un frammento molto sottile. Solo quattro parole erano visibili, e parte di una quinta. “... cordate la piccola Daisy Armstrong” .

Agatha Christie, Assassinio sull’Orient Express, traduzione di Alfredo Pitta, Mondadori, 2000

Esercitazioni

1. Comprensione

I personaggi
Sulla base del testo appena letto, fai una descrizione dei due personaggi protagonisti, in particolare il dottor Constantine. Secondo te perché l’Autrice lo ha messo a fianco di Poirot durante l’indagine?

L’ambientazione
Il romanzo si svolge in un’ambientazione particolare: un treno. Rifletti sulle somiglianze tra questa ambientazione e quella della “camera chiusa” di cui si è parlato nel capitolo dedicato al giallo deduttivo.

2. Analisi

Il metodo investigativo
Nel brano Poirot dice “io cerco la psicologia” . Cosa credi che intenda dire?

Gli indizi
Cosa dice Poirot a proposito degli indizi trovati sul luogo del delitto? Come li considera?

3. Produzione

Il metodo investigativo
Poirot utilizza alcune tecniche investigative caratteristiche di Sherlock Holmes, come il ragionamento deduttivo, ma in questo caso sembra discostarsene. Secondo te perché?

I personaggi
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